Le 16 Vare
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L'Ultima Cena
Scultori e anno di costruzione: F. e V. Biangardi - 1885
Ceto di commissione: Panettieri e fornai
Costo in Lire: 2.800
Proprietari attuali: Panificatori
Questo Gruppo Sacro, rappresenta l'unica trasposizione in forma plastica a grandezza naturale del dipinto "Il Cenacolo" di Leonardo Da Vinci, è composto da 13 personaggi: Gesù al centro e i 12 apostoli. La scena raffigura il momento in cui il Cristo annuncia che uno tra i presenti lo tradirà. I nomi degli apostoli sono scritti sotto le sedie di ogni statua in latino. Inizialmente questo gruppo era composto anche da un enorme porticato collocato alle spalle dei personaggi che reggeva un mastodontico lampadario. Questo fu immediatamente tolto non solo per l'enorme peso della Vara, ma anche perché difficilmente quest'ultima riusciva a passare tra le balconate di via XX Settembre. Oggi è tuttavia possibile immaginare l'imponenza di quel porticato, guardandolo in miniatura nella Varicedda del Mercoledì Santo.
Un aspetto interessante di questa tradizione è che, ogni Giovedì Santo, la tavolata della Vara viene realmente imbandita con del cibo, un gesto che arricchisce ulteriormente il significato della scena rappresentata.
L'ultimo restauro è stato fatto nel 2015, in occasione dell'Expo di Milano, dove la Vara è stata esposta.
Secondo alcune fonti, quest'esposizione ha influito molto sul turismo della Settimana Santa nissena, che sembra essere aumentato in una maniera vertiginosa.
Dal 4 febbraio 2022 al 21 marzo 2022 la Vara è stata esposta all'aereoporto internazionale "Leonardo Da Vinci" di Fiumicino.
La Vara è stata costruita a Mussomeli e solo successivamente trasportata a Caltanissetta.
L'orazione nell'orto
Scultori e anno di costruzione: F. e V. Biangardi - 1884
Ceto di commissione: Pastai e mugnai
Costo in Lire: 800
Proprietari attuali: Mulino Riggi
Questo gruppo, pur essendo tra i più piccoli, è considerato uno dei più perfetti dal punto di vista artistico. È composto da due personaggi: Gesù, inginocchiato in preghiera, e un angelo inviato da Dio per confortarlo. La scena raffigura il momento drammatico nel giardino del Getsemani, poco prima della cattura di Cristo, quando il Signore, in un atto di profonda umiltà e dolore, si rivolge al Padre in preghiera.
Ogni anno, in occasione del Giovedì Santo, questa Vara viene arricchita con un grande albero d'ulivo che si erge dietro la figura del Nazareno, simbolizzando la pace e il legame con la tradizione biblica. L'albero d'ulivo, oltre a rappresentare un segno di speranza e di sacrificio, contribuisce a enfatizzare il momento di solitudine e di preghiera di Gesù, conferendo alla scena un'atmosfera ancora più intensa e suggestiva.
La Cattura
Scultori e anno di costruzione: F. e V. Biangardi - 1884
Ceto di commissione: Ortolani
Costo in Lire: 1.100
Proprietari attuali: Eredi famiglia Giunta
Questa Vara è composta da cinque personaggi: Gesù, Giuda, due soldati romani e un uomo rozzo che si prepara a catturare il Cristo. La scena ritrae il drammatico momento in cui Giuda, con il celebre bacio del tradimento, si avvicina al Nazareno, segnando l'inizio della sua passione.
Il gruppo scultoreo cattura l'intensità di quel fatidico istante, con ciascun personaggio che esprime emozioni contrastanti: Gesù, sereno ma consapevole del suo destino; Giuda, che tradisce con un gesto che segnerà la sua dannazione; i soldati romani, simboli dell'imminente violenza; e l'individuo rozzo, la cui figura incarna la brutalità della cattura.
L'ultimo restauro di questa Vara è stato completato nel 2005, riportando l'opera al suo splendore originale e preservandola per le future generazioni.
Il Sinedrio
Scultori e anno di costruzione: F. e V. Biangardi - 1886
Ceto di commissione: Zolfatari della miniera Testasecca
Costo in Lire: 6.000
Proprietari attuali: Nicola Spena - Comune di Caltanissetta
Questo Gruppo Sacro è ispirato al quadro "Il consiglio di Caiphas", realizzato nel XVI secolo da un pittore tedesco.
Fu voluto dagli zolfatari della miniera Testasecca che riuscirono a permettersela grazie al grande appoggio del Conte Ignazio Testasecca, un umile e ricco imprenditore minerario che aiutò gli zolfatari a coprire i costi dell'imponente simulacro.
Oltre ad essere stato il più costoso, è anche il più pesante tra i sedici gruppi. Inizialmente era composto da ben 21 personaggi, ridotti poi a 12 per l'eccessivo peso. La Vara era talmente pesante che, secondo alcune voci locali, il Giovedì Santo del 1888, durante la sua preparazione per la processione, quando fu posizionata nella sua postazione di partenza davanti alla Chiesa di San Sebastiano, il pavimento della piazza non riuscì a reggerne il peso e cedette, causando un crollo improvviso. Questo episodio, rimasto nella memoria della comunità, sottolinea la maestosità e l'imponenza di un'opera che, oltre alla sua bellezza artistica, comportava anche notevoli difficoltà logistiche e strutturali.
Con la successiva scomparsa delle miniere, i costi di manutenzione della Vara divennero ingestibili. Fu il Comune di Caltanissetta a quel punto ad assumersi la responsabilità di pagare le spese affidando il gruppo a Nicola Spena, un ex dipendente comunale che si prende cura del Gruppo Sacro ancora oggi con profonda passione e devozione.
La Vara rappresenta il momento in cui il sommo Sacerdote Caifa si appresta a giudicare Gesù davanti al Sinedrio, prima di mandarlo da Pilato.
È particolarissima la mattina del Giovedì Santo, quando questo gigantesco gruppo, dopo essere stato esposto per alcune ore davanti al Municipio, viene spostato verso Via Palermo, una delle strade più strette della città. Questo momento è sempre carico di grande emozione e fascino, poiché il trasporto della Vara lungo le vie anguste richiede una grande abilità e coordinazione. L'imponenza della struttura si contrappone alla strettezza della via, creando uno scenario suggestivo in cui i fedeli e i passanti assistono a una vera e propria sfida tra la tradizione e la geografia urbana. Questo spostamento non è solo un atto pratico, ma un momento simbolico che intensifica l'atmosfera solenne del Giovedì Santo.
La flagellazione
Scultori e anno di costruzione: F. Biangardi, S. Cardinale, S. Capizzi - 1909
Ceto di commissione: Minatori di Gessolungo
Proprietari attuali: Eredi fratelli Cervellione
Iniziato da Francesco Biangardi nel 1888, questo gruppo è stato il più difficile da completare, in quanto dopo la morte dell'artista toccò a dei suoi allievi completare l'opera che fu portata a termine solamente nel 1909. Nonostante questa Vara non abbia nulla da invidiare alle altre, l'occhio ben attento di un buon critico d'arte può notare la leggera mancanza in alcune parti della mano del Maestro Biangardi.
Il gruppo sacro rappresenta il momento in cui Gesù viene flagellato per volere di Ponzio Pilato da due uomini. Dietro un soldato romano controlla che la flagellazione avvenga in maniera adeguata (39 colpi di flagello, per non superare i 40 massimi previsti dalla legge), mentre davanti a tutti in basso, un uomo intreccia la corona di spine.
Ecce Homo
Scultori e anno di costruzione: F. Biangardi - 1892
Ceto di commissione: Fruttivendoli e Pizzicagnoli
Costo in Lire: 1.400
Proprietari attuali: Mercato Ortofrutticolo di via Bloy
Questa Vara rappresenta il momento drammatico in cui Pilato, mostrando il corpo di Gesù al popolo, tenta di placare la folla che, tuttavia, non si accontenta e chiede la condanna a morte del Nazareno. L'opera è composta da sette personaggi: Gesù, Pilato con un soldato romano sulla balconata, e quattro comparse che simboleggiano il popolo di Gerusalemme nella parte sottostante, in un contrasto tra l'autorità romana e la folla urlante.
Il restauro di questa Vara, completato nel 2006, è stato uno dei più lunghi e meticolosi in termini di tempistica, ma anche uno dei più riusciti in assoluto. Infatti, molti restauri precedenti avevano rischiato di danneggiare alcuni particolari artistici delle Vare, ma in questo caso il lavoro di recupero ha saputo preservare e valorizzare i dettagli che rendono quest'opera unica. Il restauro ha restituito alla Vara la sua magnificenza, mantenendo intatta la forza espressiva che la caratterizza.
La Condanna
Scultori e anno di costruzione: F. Biangardi - 1902
Ceto di commissione: Zolfatari della miniera Trabonella
Costo in Lire: 4.300
Proprietari attuali: Tipografi
Presidente: Michele Alloro
Questa Vara, composta da sette personaggi, rappresenta la celebre scena della condanna a morte di Gesù, con Ponzio Pilato che, nell'atto di lavarsi le mani, manifesta la sua volontà di dichiararsi innocente rispetto alla morte del Nazareno. Dietro di lui si trova un patrizio che ha appena emesso la sentenza finale, mentre tre soldati romani sono protagonisti della scena: due di loro tengono saldamente il Nazareno, mentre uno indica la direzione verso il Golgota, il luogo in cui Gesù verrà crocifisso.
Questa è l'unica Vara ad essere stata "firmata" dal suo scultore, un dettaglio che aggiunge un ulteriore valore storico e artistico all'opera, confermando la sua importanza nella tradizione locale.
Un aspetto che suscita particolare curiosità riguarda i vestiti di Pilato: in questa Vara, infatti, Pilato è rappresentato con abiti rigorosamente romani, mentre nella Vara dell'Ecce Homo lo stesso personaggio indossa abiti ebraici. Questa differenza nel vestiario sottolinea non solo l'importanza del contesto storico e culturale, ma anche la sensibilità artistica nel trattare simbolicamente le diverse identità e ruoli dei protagonisti di queste drammatiche scene evangeliche.
La Prima Caduta
Scultori e anno di costruzione: F. e V. Biangardi - 1886
Ceto di commissione: Società Coop. Agricola "Santa Lucia"
Proprietari attuali: Marmisti
Presidenti: Salvatore Falzone e Salvatore Fiocco
Questo Gruppo Sacro è composto da tre personaggi: Gesù, che giace accasciato a terra dopo la sua prima caduta sotto il peso della croce, un soldato romano che, con una lancia, incita il Nazareno a rialzarsi, e un uomo vile che, con metodi poco ortodossi, cerca di aiutarlo a riprendersi. La scena cattura uno dei momenti più drammatici della via crucis, con la sofferenza di Cristo che emerge in tutta la sua intensità.
Un elemento particolarmente suggestivo di questa Vara è lo sguardo di Gesù: il suo volto, ricoperto di sangue, non solo a causa della corona di spine che gli trafigge il capo, ma anche per l'agonia che segna il suo corpo e la sua anima. Gli occhi di Cristo, colmi di sofferenza e rassegnazione, trasmettono un senso profondo di dolore e di sacrificio, rendendo questa scena particolarmente emozionante e carica di significato spirituale.
Il Cireneo
Scultori e anno di costruzione: F. e V. Biangardi - 1886
Ceto di commissione: Gessai
Costo in Lire: 800
Proprietari attuali: Eredi famiglia Cannarozzo
Questa Vara rappresenta il momento drammatico in cui i soldati romani, vedendo il Cristo ormai sfinito e incapace di portare la croce da solo, fermano Simone di Cirene, un contadino appena tornato dalle campagne, e lo costringono ad aiutare Gesù nel suo cammino verso il Golgota. Nonostante sia composta da soli quattro personaggi, questa Vara è imponente nella sua semplicità e nella sua forza simbolica.
Voluta inizialmente dai gessai, artigiani locali, la Vara oggi appartiene per eredità alla famiglia Cannarozzo. La sua maestosità è accentuata dalla sua notevole larghezza, che rende difficile il passaggio in alcune zone strette. Infatti, quando il gruppo deve varcare il porticato della Cattedrale, viene portato di traverso e trasportato a spalla, creando un momento di grande impegno fisico. Questo gesto di difficile trasporto rispecchia la pesantezza del cammino di Cristo e il sacrificio di Simone che, pur contro la sua volontà, diventa partecipe della passione del Nazareno.
La Veronica
Scultori e anno di costruzione: F. e V. Biangardi - 1883
Ceto di commissione: Minatori sopravvissuti alla tragedia di Gessolungo
Costo in Lire: 900
Proprietari attuali: Sacra Lega "San Michele"
Presidente: Giuseppe Botta
La Veronica è stata la prima Vara costruita dai maestri scultori Francesco e Vincenzo Biangardi. Prima delle Vare, a Caltanissetta esistevano altri Gruppi Sacri chiamati Misteri, che risalgono alla metà del 1600. Tuttavia, questi Misteri, ormai deteriorati, non riuscivano più a mantenere il loro splendore, soprattutto nella seconda metà dell'800. Dopo una tragedia, l'incidente nella Miniera Gessolungo del 1878, in cui persero la vita 66 minatori, tra cui 14 bambini, i "carusi", i sopravvissuti chiesero ai maestri Biangardi di realizzare una nuova opera. Fu così che nacque la Veronica, un gruppo che, oltre a essere apprezzato dai familiari delle vittime, conquistò anche gli altri ceti sociali, che nel tempo commissionarono agli scultori napoletani la realizzazione delle altre Vare, sostituendo progressivamente i vecchi Misteri.
Questo Gruppo Sacro è composto da quattro personaggi: la Veronica, che con un sudario asciuga il volto di Gesù, lasciando l'immagine del suo volto impresso sul panno; Gesù, ormai sfinito e vicino al Golgota; un soldato romano che incita il Nazareno ad accelerare il passo; e un uomo rude, intento a rialzare Gesù con mani violente. Quest'ultimo personaggio è un elemento ricorrente in molte delle Vare, e la sua scelta non è casuale. Si dice infatti che il volto di quest'uomo sia stato ispirato da un nisseno che abitava in Via Re D'Italia, noto per essere l'amante della moglie dello scultore Biangardi. Questa vicenda legò il volto dell'uomo alla figura del "cattivo" in molte delle sculture, creando una connessione tra l'arte e la realtà locale.
Per realizzare la figura della Veronica, invece, i Biangardi si ispirarono a una donna di Mussomeli, ritenuta molto bella, conferendo al personaggio un aspetto di grande grazia. In questo modo, l'opera non solo racconta una scena della passione di Cristo, ma incarna anche le storie e le leggende locali che hanno ispirato gli scultori nella creazione delle figure che ancora oggi emozionano i fedeli e i visitatori.
La Crocifissione
Scultori e anno di costruzione: F. Biangardi - 1888
Ceto di commissione: Macellai
Costo in Lire: 1.300
Proprietari attuali: Macellai
Questa Vara, tra le più toccanti e significative, è composta da cinque personaggi: Gesù sulla croce al momento della sua morte, con la Madonna, San Giovanni e Maria Maddalena ai suoi piedi. Maria Maddalena, in particolare, abbraccia la croce con profonda venerazione e dolore, mentre dietro a tutti, Maria di Cleofe osserva con grande commozione. La scena rappresenta uno dei momenti più struggenti della Passione di Cristo, con ogni figura che esprime un'intensità emotiva unica.
L'ultimo restauro, avvenuto nel 2001, purtroppo ha cambiato il volto di Cristo, che prima del restauro era molto più realistico e suggestivo, catturando in modo straordinario la sofferenza e l'umanità di Gesù. Dopo il restauro, il Gruppo Sacro è stato portato a spalla durante l'annata del 2002, ma il cambiamento nel volto di Cristo ha suscitato molte riflessioni e dispiacere tra i fedeli e gli appassionati di arte sacra.
Questa Vara fu realizzata dal solo Francesco Biangardi, che la costruì nell'anno in cui morì prematuramente suo figlio Vincenzo. Il dolore per la perdita del figlio trovò espressione diretta nel Crocifisso, che diventa un'opera non solo di fede, ma anche di un'intensa sofferenza personale da parte dello scultore. La figura di Cristo sulla croce, segnata dal sacrificio e dalla morte, riflette perfettamente il lutto e la tragedia vissuti da Biangardi, facendo di questa Vara un'opera di grande valore emotivo e simbolico.
La Deposizione
Scultori e anno di costruzione: F. e V. Biangardi - 1885
Ceto di commissione: Zolfatari della miniera Tumminelli
Costo in Lire: 2.200
Proprietari attuali: Eredi famiglia D'Oro
Questo Gruppo Sacro, generalmente chiamato dai nisseni A' Scinnenza, è senza dubbio il capolavoro artistico per eccellenza dei Biangardi. Ispirato a un dipinto di Rubens, l'opera è composta da nove personaggi che rappresentano la scena del corpo di Cristo deposto dalla croce. Giuseppe d'Arimatea, San Giovanni e Nicodemo si apprestano ai lati per sorreggere il corpo ormai schiodato del Nazareno, mentre la Madonna, distrutta dal dolore, osserva la straziante scena. Al suo fianco, Maria di Cleofe e Maria Maddalena partecipano al dolore e alla sofferenza del momento.
La storia di questa Vara è legata profondamente alla tradizione e alla comunità locale. Inizialmente appartenuta agli zolfatari, l'opera passò intorno agli anni '70 nelle mani dei commercianti d'abbigliamento. Successivamente, la sua proprietà fu contesa tra le famiglie Savoia e D'Oro. Dal 2014, la Vara è stata acquisita dalla sola famiglia del prof. Michele D'Oro, i cui antenati furono zolfatai della miniera Tumminelli per tre generazioni.
La Pietà
Scultori e anno di costruzione: F. e V. Biangardi - 1888
Ceto di commissione: Borgesi
Costo in Lire: 1.200
Proprietari attuali: Chiesa
Ispirata alla celebre "Pietà" di Michelangelo, questa Vara è composta da quattro personaggi: la Madonna, che finalmente può riabbracciare il corpo del suo figlio morto; Maria Maddalena, che osserva con dolore le ferite inflitte dai chiodi sulla mano sinistra di Gesù; e San Giovanni, che, in piedi e straziato dal dolore, osserva la scena con profonda sofferenza. La composizione di questa Vara cattura l'intensità del momento in cui la madre può finalmente riunirsi al figlio, ma con il cuore lacerato dalla tragedia.
Questa fu l'ultima Vara che i Maestri Francesco e Vincenzo Biangardi realizzarono insieme, rappresentando la conclusione di una straordinaria collaborazione artistica. Voluta e commissionata dai contadini, i cosiddetti burgisi, questa Vara è successivamente appartenuta alla Banca di Credito Cooperativo San Michele fino al 2023. Oggi appartiene alla Chiesa, che ha preso in custodia l'opera.
Il restauro della Vara è stato realizzato in modo straordinario dal Maestro Rosario Prizzi di San Cataldo, che ha saputo preservare e valorizzare l'arte dei Biangardi, restituendo alla scultura il suo splendore originale. Grazie a questo restauro, l'opera continua a emozionare i fedeli e gli appassionati d'arte, rimanendo uno dei capolavori più ammirati della tradizione nissena.
La Traslazione al Sepolcro
Scultori e anno di costruzione: Artista napoletano Fittipaldi - 1853
Ceto di commissione: Congregazione della Candelora
Costo in Onze: 100 (1.275 lire)
Proprietari attuali: Muratori
Questo Gruppo Sacro è il più antico di tutti e l'unico che non ha alcun collegamento con i Biangardi. Fu costruito per volere di un muratore che, non avendo i soldi per commissionare l'opera, chiese al suo superiore, Don Giovanni Nocella, di anticipargli 100 onze, moneta in uso nel regno borbonico. Si narra che questi soldi non gli furono mai più restituiti, aggiungendo un elemento di mistero alla storia di questa Vara.
Inizialmente commissionato dalla Congregazione della Candelora, il Gruppo Sacro si ispira al famoso dipinto di Polidoro, influenzato dallo stile del Caravaggio. Composto da sei personaggi, la scena ritrae Giuseppe d’Arimatea, Giovanni e Nicodemo, che, con uno sguardo apparentemente tranquillo, sorreggono il corpo del Nazareno avvolto nella Sindone, mentre le Pie Donne li circondano. La Madonna, con gli occhi rivolti verso il cielo, invoca la misericordia di Dio, mentre Marta e Maria Maddalena, con lo sguardo segnato dal trauma, esprimono un dolore inconsolabile. La parte più toccante di questa Vara è senza dubbio il braccio penzolante del Cristo.
La Sacra Urna
Scultori e anno di costruzione: F. Biangardi - 1892
Ceto di commissione: Clero e Devoti Sacra Urna
Costo in Lire: 4.000
Proprietari attuali: Diocesi di Caltanissetta e Congregazione dei Cavalieri di San Filippo Neri
Presidente: Francesco Russo
Questa Vara è formata da due personaggi: il Cristo morto ricoperto da un velo che può finalmente riposare dentro una teca di cristallo e un Angelo in volo che tiene un nastro con la scritta "Erit sepulcrum eius gloriosum" (Sarà il suo sepolcro glorioso).
La Sacra Urna era stata ricavata da una carrozza della Magistratura Comunale Nissena placcata in oro zecchino. Ai lati dell'Urna, quattro puttini portano in mano gli oggetti principali della Passione di Cristo.
I lavori di restauro sono iniziati nel 2017 a seguito di problematiche con l'angelo avvenute negli anni precedenti.
Voluto e commissionato dal Clero, questo Gruppo Sacro era stato messo in detenzione anche ai devoti della Sacra Urna. Oggi appartiene all'antica Congregazione dei Cavalieri di San Filippo Neri e alla Diocesi.
L'Addolorata
Scultori e anno di costruzione: Viso di F. Biangardi - 1896, busto di G. Emma - 1973
Ceto di commissione: Mugnai, Sensali e Bettolieri
Costo in Lire: 1.200
Proprietari attuali: Autotrasportatori
Presidente: Arcangelo Polizzi
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